Tè a Kyoto

November 13, 2018


Studiando le lingue straniere abbiamo spesso occasione di incontrare studenti di altri paesi che vengono a studiare il giapponese. Spesso gli studenti stranieri dicono che gli piace molto il maccha, il tè verde in polvere usato nella cerimonia del tè, e ci chiedono se conosciamo negozi dove si può comprare del maccha di qualità. Per questo pensiamo che molti stranieri siano interessati al tè giapponese, e vi vogliamo parlare del tè che si produce a Kyoto. Il tè è uno dei prodotti tradizionali più famosi del Giappone, essendo associato non solo alla cucina ma anche alle arti e alla cultura, come dimostrato dalla cerimonia del tè. Il tè più famoso e rinomato del Giappone è quello che si produce nella prefettura di Kyoto, in particolare quello prodotto nella cittadina di Uji. Altri tè famosi sono il tè di Shizuoka e il tè di Sayama, ma quello di Uji vanta la tradizione più antica ed è considerato il migliore da molti. Gustosità è veramente fresco.

Nel 1191, durante l’epoca Kamakura, il monaco buddista Eisai tornando dalla Cina portò in Giappone, assieme a testi del buddismo Zen, i primi semi di tè, e fu iniziata la coltivazione de tè di Uji. Nel successivo periodo Muromachi Ashikaga lo shogun Yoshimitsu fece avviare tante piantagioni di tè e la produzione e la diffusione del tè si espansero notevolmente. Il tè non veniva bevuto semplicemente per assaporarne il gusto, ma anche come occasine per intrattenere ospiti e socializzare. I questo periodo il tè di Uji divenne famoso come il tè per eccellenza, al punto che si diffuse l’epressione “Chi dice tè dice Uji” (お茶は宇治). Sia i membri della famiglia dello shogun che i membri della famiglia imperiale cominciarono infatti a usare esclusivamente il tè di Uji, consolidandone la fama di tè di alta qualità.
Pe rla contivazione del tè sono necessari più di 1300 mm di pioggia in un anno e una temperatura media circa 14°-16°. Queste condizioni rendono Kyoto e Uji idelai per la coltivazione. Inoltre se l’escursione termica tra il giorno e la notte è ampia l’aroma del te diventa migliore, e anche questa caratteristica rende il tè di Uji eccellente.
Ci sono otto tipi diversi di Ujicha, cioè tè di Uji. Hojicha e genmaicha sono i piu economici e anche quelli con il gusto meno particolare e quindi più apprezzabili per i non intenditori. Siccome l’aspetto è simile, spesso si pensa erroneamente che queste due varietà di tè non idfferiscano molto, ma in realtà sono prodotte con foglie diverse. Le foglie sono molto scure, quindi si pensa che abbiano un gusto molto aspro e amaro, ma in realtà siccome sono arrostite a lungo perdono molta caffeina e molti tannini, quindi hanno un gusto leggero e sono facilmente bevibili. Il genmaicha ha un aroma diverso perché vi si aggiunge riso integrale (genmai) torrefatto. Il tè gyokuro è il più raffinato fra tutte le varietà di tè giapponese, ed è molto rinomato per il gusto eccellente che si dà alla bevanda anche in piccole quantità. Anche il tè kariganecha è molto rinomato. È prodotto con il gambo delle foglie di gyokuro, che contengono molti dei principi attivi che danno un sapore dolce all’infusione. Il tè maccha è prodotto facendo seccare le foglie stufae a vapore e polverizzandole. Più la qualità è alta, più il tè ha un gusto forte e un aroma ricco. Mentre gli altri tipi di tè sono usati in infusione, nel caso del maccha la foglia intera polverizzata viene sciolta in acqua calda e ingerita, quindi il tè maccha contiene tutti i principi attivi della foglia.

Riho Yamashita

Yuko Hoshide

Kosuke Harada

Kyoto’s Great Zen Temple

 

By Chinami Aizawa, Marino Tekuchi and Nao Mochizuki

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Nanzen-ji is one of Kyoto’s great Zen temples. It is located in Sakyo ward at the foot of the eastern hills near Sanjo Street. Nanzen-ji has large grounds and many things to see, so it is an especially good place to take a walk. Also, there are many other famous sightseeing spots nearby, such as Heian Shrine, the Lake Biwa Canal, Murin-an, Eikando, the Kyoto Zoo, the Municipal and Modern Art Museums and the Nomura Museum.

As you see in the pictures, an especially good time to visit Nanzen-ji is in November when the leaves of the maple and gingko trees change into red, yellow and gold. This temple is not only popular among foreign tour groups, but also for Japanese. In November is is better to visit on a weekday as the weekends are very crowded with people.

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What to see at Nanzen-ji

In Nanzen-ji temple there is no water to purify ourselves by gargling and washing our hands. Such water basins are found at shrines and not temples. Nanzen-ji’s great sanmon (gate), built in 1628, is rated as one of the top three temple gates in Japan. It is not enclosed so it is accessible at any time of the day or night. On the second story is a chamber that contains paintings of celestial maidens, a wooden statue of the Buddha and 16 rakkan. You can see wonderful views of Nanzen-ji and Kyoto city from here. There are many souvenir shops and yudofu restaurants on the road leading up to the temple. Many events are held at Nanzen-ji throughout the year.

Fee areas; We cannot enter the garden of the Hojo (head priest’s quarters), the second story of the sanmon gate, or the sub-temple of Nanzen-in without buying an entrance ticket. In general visitors pay about 500 yen to see each one of these places. However, the entrance fee for Nanzen-in is 300 yen. Nanzen-in was the retirement villa of Emperor Kameyama and has a beautiful pond garden. It is located in back of Nanzen-ji on the other side of the aqueduct.

Famous Cuisine

The area around Nanzen-ji is famous for yudofu—a tofu hotpot. Tofu is prpared in many ways in the restaurants around Nanzen-ji. For example, in summer, tofu is served chilled with ginger and myoga. People sometimes eat tofu with flavored with kudzu paste on top. Boiled tofu, or yudofu, is served in in a nabe (hotpot) at the table and warms you up in winter. One famous yudofu restaurant, Shousouin, unfortunately closed a few years ago, but it had been serving tofu ever since the Edo era.

History

In 1264, Emperor Kameyama built Zenrin-ji dono as a detached palace in the eastern hills of Kyoto. Twenty-five years later, in 1289, he became a Zen priest and converted his palace into a Zen temple. He dedicated this temple to a famous priest of Tofuku-ji Temple, Daiminkokushi. This temple later became known as Nanzen-ji (“Southern Temple of Enlightenment”). At that time, Emperor Kameyama changed his title to Mukan Fumon and served as the temple’s first head priest. He believed that the chief priest of Nanzen-ji should be the best Zen priest in all of Japan. So from then on, “The chief priest of Nanzen-ji” was always thought to be the best Zen priest in Japan.

In 1334, Emperor Godaigo ranked Zenrin-ji dono as the best among the “Gozan.” “Gozan” meant “the Five Mountains”, and was a system of ranking the five greatest Zen temples of Kyoto.

In 1467, Nanzen-ji temple was burnt down during the Onin War. The temple had been rebuilt, but full-scale reestablishment started much later, so it languished for years.

The quarters of the head priest  (Hojo) features three dry landscape gardens (karesansui). The first and largest is said to be built by Kobori Enshu around 1600. The garden is called “Toranoko-watshi-no-niwa” (Tiger cub crossing the river), because of the placement of the stones. In the Hojo, there are about 40 paintings, the most famous of which are tigers painted on fusuma by Kano Tanyu. They are Important Cultural Properties. Visitors can also request green tea here.

After the Meiji Restoration, the Lake Biwa canal or aqueduct was built through the grounds of Nanzen-ji temple. It was used to bring water to Kyoto from Lake Biwa in Shiga Prefecture. This sight became famous for the citizens of Kyoto.

Today, Nanzen-ji is known as the best Zen temple in Japan.

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Lake Biwa Aqueduct

 

How to get to Nanzen-ji

Visitors can access Nanzen-ji by bus or train. If you want to get there from Kyoto station, take the number 5 bus and get off at either at “Kyoto “Dobutsuen-mae” or “Nanzen-ji Temple Eikando-michi”. It takes about 30 minutes and costs 230 yen. The buses on this route run about every ten minutes, though at peak times the bus is packed full like a can of sardines. If you take the east-west subway, get off at Keage Station and walk north.

I giardini giapponesi

Nahoko Asada, Izumi Adachi, Haruka Inoue

Differenze tra i giardini italiani e i giardini giapponesi

I giardini italiani si sono sviluppati intorno alle ville. Prima erano per lo più orti e frutteti, ma in seguito sono nate forme diverse. Gli alberi sono un elemento indispensabile dei giardini italiani, perciò vi si coltivano alberi da frutta, alberate e siepi di sempreverdi. Inoltre vi è la tendenza a installare scalinate, statue, fontane e corsi d’aqua per produrre la “meraviglia”.

I giardini giapponesi si sono sviluppati in relazione ai castelli e alle stanze per la cerimonia del tè. In essi vengono espresse in forma concreta le concezioni della setta buddista
della Terra Pura (Jodoshu) e del buddismo Zen. Per esempio, lo stagno rappresenta il mare attraverso cui si arriva al mondo ideale del paradiso buddista.

Nei giardini italiani si possono ammirare gli allestimenti scenografici, mentre nei giardini giapponesi si possono contemplare le idee religiose. Ma nonostante le differenze, ambedue sono opere d’arte di grande interesse.

Le caratteristiche dei giardini giapponesi

I giardini giapponesi in generale hanno un’atmosfera più quieta e raccolta dei giardini occidentali. Non vi si usano molti colori, e le piante e le pietre sono lasciate essere nella loro forma naturale. Questa caratteristica esprime la mentalità tradizionale dei giapponesi. Come si vede chiaramente nello spirito della cerimonia del tè, i giapponesi ammirano la bellezza della natura nel suo stato originario.
Ovviamente i giardini sono pianificati cercando la bellezza ideale, ma l’intervento umano non altera la froma originaria delle piante, lasciando essere le pietre, i colori, e tutti gli elementi così come sono naturalmente.

Nel Giappone antico il giardino era un luogo sacro, e per questo i giapponesi preferivano i giardini semplici e tranquilli ai giardini sontuosi e vivaci. Anche a noi giapponesi moderni piace l’atmosfera raccolta dei giardini tradizionali. Visitandoli in diversi momenti dell’anno vi ammiriamo il mutamento delle stagioni, e contemplandoli mentre beviamo il tè possiamo percepire l’anima della cultura giapponese.

È difficile comprendere l’essenza dei giardini giapponesi guardando soltanto fotografie
o leggendo descrizioni e spiegazioni, e ogni singolo giardino è diverso dagli altri, pur presentando caratteristiche analoghe. Per questo vi raccomandiamo vivamente di visitare di persona vari giardini giapponesi, per poterne percepire l’atmosfera particolare. Quando li visitate non soffermatevi solo sulle piante, ma ammirate anche le pietre. i bambù, gli stagni e tutti gli altri elementi che costituiscono il giardino nel suo insieme.

Anche voi potrete così percepire la vera anima della cultura giapponese.

Giardini famosi a Kyoto

Ryoanji

Il giardino di pietra del tempio Ryoanji è un famosissimo giardino zen, ed è costituito da 15 rocce di varie dimensioni disposte su una superficie di 75 tsubo (circa 240 metri quadri). Questo paesaggio misterioso è stato interpretato in moltissimi modi, e non ci si stanca mai di contemplarlo.

  • Orari di visita:

    1 marzo – 30 novembre, 8:00-17:00;
    1 dicembre –28/29 febbraio, 8:00-16:30.

  • Biglietto d’ingresso al tempio:

    minori di 15 anni 300 yen;
    altri 500 yen.

  • Accesso

    • si prende l’autobus municipale numero 50 dalla stazione di Kyoto di JR,si scende alla fermata dell’università Ritsumeikan e si cammina per circa 7 minuti.
    • si prende l’autobus municipale numero 55 dalla stazione di Omiya della ferrovia Hankyu,si scende alla fermata dell’università Ritumeikan e si cammina per circa 7 minuti.
    • si prende l’autobus municipale numero 59 dalla stazione di Sanjo della ferrovia Keihan e
      si scende alla fermata del Ryoanji.

    Tofukuji

    Il Tofukuji è un tempio che ospita al suo interno numerosi templi secondari e giardini.
    Il giardino di fronte al padiglione Kaizando è costruito attorno a una sorgente e uno stagno, e le increspature della sabbia ricordano una scacchiera. È un famoso giardino del perido centrale dell’epoca Edo che armonizza lo stile del buddismo Zen con lo stile delle residenze dei samurai.
    Ci sono inoltre i quattro giardini dello Hojo, ricostruiti nel 1890. Tra di essi si segnala il giardino di pietra a sud del padiglione, le cui onde nella sabbia rappresentano il mare in tempesta.

  • Orario di visita:

    9:00-16:30 (si può entrare fino alle 16:00).

  • Biglietti d’ingresso:

    • Tsutenbashi/Kaizando
      minori di 15 anni 300 yen, altri 400 yen;
    • giardino Hojo
      minori di 15 anni 300 yen, altri 400 yen.
  • Accesso:

    • linea ferroviaria JR Nara/ linea Keihan,
      si scende alla stazione di Tofukuji, il tempio è a10 minuti di cammino in direzione sud-est;
    • autobus municipali numero 202, 207 e 208, si scende alla fermata Tofukuji.

Kennin-ji

Shota Komegaw,a Shohei Takaso, Masaki Saito

建仁寺

Kennin-ji è il tempio zen più antico a Kyoto, costruito circa 800 anni fa, durante il periodo Kamakura.
Vi vogliamo parlare di tre opere interessanti che si trovano a Kennin-ji e meritano di essere viste.

≪Paravento del Dio del vento e del Dio del tuono≫

Il pittore Tawaraya Sotatsu ha dipinto questo paravento nel 17esimo secolo (periodo Edo in Giappone). Era un pittore della scuola Rin, e questa è la sua opera più importante, considerata tesoro nazionale. Misura 169.8×154.5 cm., ed è una delle opere più famose nella storia dell’arte giapponese. Quando i giapponesi immaginano gli Dei del vento e del tuono, anche oggi li immaginano sempre come sono raffigurati in questo paravento. Purtroppo non è rimasto alcun documento antico relativo all’opera. Quello che colpisce maggiormente chi la guarda è l’espressione al tempo stesso felice e minacciosa degli Dei.

≪Giardino di ○△□≫

Che cosa significa ○△□??
Queste figure significano le forme che danno origine al cosmo e simbolizzano i quattro elementi (terra, acqua, fuoco, vento) del buddismo Zen.
○ rappresenta l’acqua. Al centro del giardino c’è un circolo con una camelia.
△ rappresenta il fuoco. Il giardino è coperto di sabbia bianca ammucchiata in forma di triangolo.
□ rappresenta la terra. Nel giardino c’è un pozzo con un coperchio di bambù quadrato.
In questo momento il lettore si starà probabilmente chiedendo dov’è il vento.
Il vento è l’aria nel giardino. Il vento non si può vedere, e quindi neppure rappresentare con una figura geometrica. Nel giardino di ○△□ si può avvertire l’energia che vibra nello spazio cosmico.

≪Soryu‐zu≫

Nell’anno 2002, per celebrare gli 8oo anni dalla fondazione del tempio, il pittore Junsaku Koizumi ha dipinto su un soffitto un’opera chiamata Soryu-zu. Le dimensioni sono 11.4×15.7 m., ed è dipinto su robusta carta giapponese con un’inchiostro chiamato teikunbo.
A volta un drago è dipinto sui soffitti dei templi Zen come protettore della pratica del buddismo. Viene inoltre coniderato un dio d’acqua, e siccome si pensa che faccia piovere, si paragona la pioggia che arricchisce la terra all’insegnamento del buddismo che arricchisce la mente dei novizi. Ma fino a pochi anni fa non era stato dipinto niente sul soffitto del Kennin-ji. Perciò Soryu-zu è il primo soffitto dipinto nella storia del tempio dalla sua fondaziojne.
Di solito viene dipinto un solo drago, ma qui si vede l’immagine dinamica di due draghi aggrovigliati che occupano l’intero soffitto. Non rappresenta di una lotta fra due draghi, bensì la loro armoniosa unione.

Il padiglione d’Oro

Takatomo Kaihara

Kinkakuji (Rokuonji)

La storia

A partire dall’ottavo secolo, molti nobili di Kyoto fecero edificare numerose ville a Kitayama, una zona che si trova a nord-ovest della città. Particolarmente sontuosa si dice fosse quella che il ministro Saionji no Kintsune (conosciuto anche come Fujiwara no Kintsune) costruì nel 1224. Molti anni più tardi, lo shogun Yoshimitsu Ashikaga, dopo aver rinunciato al suo incarico, entrò in possesso di Kitayama e lì fece costruire e stabilì la propria dimora. Alla sua morte, avvenuta nel 1408, il figlio di Yoshimitsu, in conformità alla volontà del padre, trasformò la sua proprietà in un tempio Zen, che prese il nome di Rokuonji. In seguito, durante la guerra di Ōnin che imperversò a Kyoto dal 1467 al 1477, fu interamente distrutto dal fuoco per poi essere successivamente ricostruito nel periodo Momoyama, e arrivare così, grazie anche a numerosi restauri, fino ai nostri giorni.

Kinkaku (Shariden)


All’interno di Rokuonji si trova il padiglione Shariden, noto a tutti con il nome di “Padiglione d’Oro” perché quasi interamente dorato. In cima al tetto è stata collocata una statua d’oro raffigurante una fenice, uccello al quale l’antica mitologia cinese attribuiva poteri straordinari. Il Padiglione ha tre piani, ciascuno dei quali costruito in uno stile architettonico diverso: il piano terra è in stile Shinden, il secondo piano è in stile Buze e il terzo è in stile Karayo. Il risultato della commistione dei tre stili è un insieme ben armonizzato. Nel 1950 il Padiglione è stato distrutto da un incendio doloso, ma cinque anni dopo è stato ricostruito in modo completamente fedele all’originale.

Il pino a forma di barca


Nell’ampio parco di Rokuonji si trova uno dei pini più belli di Kyoto, un pino a forma di barca, volto a ovest per rappresentare il viaggio delle anime verso il paradiso buddista della terra pura d’occidente.

La cascata di Ryumon


All’interno del parco di Rokuonji c’è anche una cascata, chiamata Ryumon. Ai piedi della cascata è stata posta una larga pietra per commemorare la mitica impresa di un pesce che, secondo una leggenda cinese, risalì una cascata e divenne un drago.

Anmintaku


Un’altra attrazione del parco è Anmintaku, un laghetto al cui interno si trova un isolotto su cui sorge una pagoda interamente in pietra, chiamata “la tomba del serpente bianco”.

Sekkatei

Infine, all’interno di Rokuonji, si può visitare il Sekkatei, ovvero un chiosco adibito alla cerimonia del tè, il cui nome significa letteralmente “il Kinkaku è bello al tramonto”. Davanti al chiosco c’è un piccolo giardino nel quale si trovano ancor oggi una lanterna di pietra e una scodella per raccogliere l’acqua che Yoshimasa, il nipote di Yoshimitsu, usava abitualmente.

Nanzen-ji

Risa Takahashi Natsumi, Yamamoto, Yumi Yoshida

Il Tempio Nanzen




1. La Storia

La storia del Nanzen-ji ha origine nel 1291, anno in cui l’imperatore Kameyama decise di trasformare la sua villa in un tempio Zen, affidandolo alle cure di Mukan Fumon che ne divenne l’Abate fondatore. Nel 1385 il Nanzen-ji fu proclamato dal generale Yoshimitsu Ashikaga il più importante tra i cosiddetti “gozan” (letteralmente “cinque montagne”), ossia i templi Zen principali di Kyoto: Tenryu, Shokoku, Kennin, Tofuku e Manju. Nel corso della sua storia è stato distrutto dal fuoco per ben tre volte (nel 1393, nel 1447 e nel 1467). Gli edifici che vediamo oggi sono stati costruiti nel periodo Edo.

2. San Mon (i tre cancelli)

Il monumentale portale d’ingresso, alto circa ventidue metri, fu fatto costruire nel 1628 dal generale Todo Takatora per commemorare i soldati caduti nella battaglia del Castello di Osaka. Il portale è famoso per una scena di un’opera del teatro kabuki in cui un personaggio storico di nome Ishikawa Goemon lo guarda ammirato ripetendo: “Che magnifico panorama!” (Zekkei kana! Zekkei kana!)

3. Hojo

La residenza è composta da due edifici, il Piccolo e il Grande Hojo, considerati tesori artistici nazionali. Nel Grande Hoijo (Dai-Hoijo) si possono ammirare alcuni meravigliosi fusuma (pannelli di legno scorrevoli rivestiti di carta) decorati nello stile dei seguaci di Karino.
4. Toranoko-watashi no Niwa (il Giardino del Guado del Cucciolo di Tigre)

Davanti alla residenza dell’Abate si trova un giardino chiamato “delle tigri che attraversano il fiume” perché al suo interno sono state collocate due pietre, una grande e una più piccola, che simboleggiano una tigre adulta che sta aiutando un cucciolo ad attraversare il fiume, rappresentato dalla ghiaia.
5. Nyoshin Tei (il giardino del cuore)

Davanti a Hojo si trova anche un altro giardino secco (karesansui), chiamato “del cuore” perché al suo interno ci sono alcune pietre disposte in modo da formare il carattere cinese che significa “cuore”, “anima” (心). Il carattere esprime la pace dello spirito che si può ottenere contemplando il giardino.
4. Suiro Kaku (l’acquedotto)

È un ponte di mattoni rossi, costruito nel periodo Meiji, che assomiglia a un acquedotto romano e che porta a Kyoto l’acqua che proviene dal lago Biwa, attraversando il Nanzen-ji.

Ryoanji

Kanako Morita


Il tempio Ryoan-ji si trova nella parte occidentale di Kyoto.

È noto per il bellissimo giardino, chiamato “Seki-tei”. Ogni giorno numerosi turisti vengono a vederlo da tutto il Giappone e anche dall’estero.

Orginariamente questo luogo era una località di villeggiatura della nobilità. Nel 1450, durante il periodo Muromachi, un daimyo (un signore feudale di alto rango) lo acquisì e lo trasformò in una tempio buddista zen. A causa della Guerra di Onin (1467-77) fu distrutto da un incendio, ma fu ricostruito nel 1488.

Il pensiero dello Zen

Lo Zen è una scuola buddista che fu introdotta in Giappone dalla Cina della dinastia Song, nel tredicesimo secolo circa. Nello Zen giapponese ci sono tre sette (setta Soto, setta Rinzai e setta Obaku). Il punto centrale dello Zen è il concetto che il corpo e l’anima sono uniti. Perciò si attribuisce grande importanza alla pratica, cioè lo zazen. Lo zazen è la meditazione zen praticata sedendosi in una posizione particolare. Secondo il pensiero del Buddismo, ogni essere vivente ha in sé la natura del Buddha. Per capirlo però è necessario praticare lo zazen e il koan (un tipo di pratica sotto forma di domande e risposte). Attraverso queste pratiche si persegue uno scopo, cioè quello di trovare e contemplare la propria natura (kensho) ed eliminare il proprio ego e il suo egocentrismo.

Il giardino “Seki-tei” (石庭)

Questo giardino è il più famoso tra i giardini “secchi” (karesansui 枯山水) giapponesi fatti di ghiaia, rocce e muschio. In questo tipo di giardini si rappresentano il mare e i fiumi con ghiaia bianca, le montagne con rocce e la vegetazione con muschio. Quando lo Zen si diffuse in Giappone, furono costruiti molti giardini secchi in vari luoghi, e si dice che sia stata una reazione contro i giardini lussosi della nobilità del precedente periodo Heian. Nell’estetica dello Zen il giardino è considerato una rappresentazione in miniatura della natura. Siccome si pensa che in natura non ci siano cose inutili, nei giardini zen si cerca di riprodurre la natura senza ornamenti artificiali. Dopo l’introduzione delo Zen dalla Cina, il giardino zen fu adattato all’estetica giapponese e assunse la sua forma tipica in circa un secolo. Il personaggio più importante nello sviluppo dei giardini zen giapponesi è il Monaco e disegnatore di giardini Muso Kokushi. I suoi giardini si trovano in varie parti del Giappone. Inoltre alla fine del quattordicesimo secolo fu introdotta dalla Cina anche la pittura paesaggistica a inchiostro di china, che pure si sviluppò secondo i canoni peculiari dell’estetica giapponese.

Per quanto riguarda il giardino del Ryoan-ji, non si sa chi l’abbia disegnato, ma secondo una famosa teoria fu progettato da Soami.

La ghiaia bianca è distribuita ad arte con un rastrello in modo da formare delle onde, e ci sono 15 rocce in 5 punti del giardino. Riguardo alla disposizione delle rocce ci sono diverse opinioni, ma nessuna è predominante. Secondo una famosa interpretazione, il giardino rapprenterebbe una tigre che sta attraversando un fiume con i suoi cuccioli. Per questo è chiamato anche “il giardino del guado dei cuccioli di tigre” (虎の子渡しの庭).

Il giardino zen del Ryoanji è quello con il disegno più astratto tra i giardini secchi di Kyoto. Contemplandolo possiamo scegliere liberamente l’interpretazione che ci sembra più adatta.

Lo stagno “Kyoyochi” (鏡容池)

Lo stagno “Kyoyochi” si trova sul lato sinistro del viale di accesso. Si dice che durante il periodo Heian i nobili proprietari del giardino facessero spesso giri in barca in questo stagno. Sulla riva che lo circonda fioriscono splendidi fiori di stagione.

La bacinella di pietra “Tsukubai” (つくばい)

“Tsukubai” è una bacinella di pietra posta in un giardino giapponese per lavarsi le mani prima di entrare nell’edificio adibito alla cerimonia del tè. Il nome “Tsukubai” si riferisce al movimento che si compie quando ci si accoscia per attingere l’acqua. Ci sono quattro caratteri cinesi incisi sulla superficie della “Tsukubai” secondo uno schema preciso. Ogni carattere presenta un elemento a forma quadrangolare, e questi quattro elementi sono uniti in un unico grande quadrato che si trova al centro del rombo formato dai caratteri. Quello in cima “吾” significa “Io”, quello a sinistra “知” significa “conoscere”, quello a destra “唯” significa “solo”, e il carattere in basso “足” significa “soddisfazione”. L’elemento comune a forma quadrangolare è il carattere di “口”, “bocca”, ed è spesso usato come elemento di caratteri composti. Nel caso della “ Tsukubai”, i quattro caratteri sono formati aggiungendo “口” a un altro elemento: per esempio 五+口=吾,矢+口=知.

Insieme questi quattro caratteri significano “Io conosco solo la soddisfazione”. Questo suggerisce un concetto dello Zen: noi dovremmo essere soddisfatti della nostra situazione presente. Sottolinea insomma l’importanza di controllare i nostri desideri.

Informazioni

Si può entrare allo Ryoan-ji dalle 8 alle 17 (da dicembre a febbraio dalle 8:30 alle 16:30). Il biglietto d’ingresso costa 500 yen. Ci si può arrivare in autobus o in tram dal centro, e c’è un parcheggio per automobili.Si può godere della bellezza e dell’atmosfera raccolta del Ryoan-ji in modo diverso nelle diverse stagioni. In primavera nel giardino i fiori di ciliegio sbocciano in grande quantità, in estate le ortensie fioriscono splendide, in autunno si può ammirare la bellezza delle foglie secche rosse e gialle. In inverno, poichè il numero di turisti è minore rispetto alle altre stagioni, il giardino ha un’atmosfera più tranquilla e solenne, in cui si può cogliere lo spirito autentico dello Zen.